Gli Alternative Data, la nuova frontiera della business information

Chi vuole conoscere lo stato di salute di un’impresa ha oggi un’arma in più. Sono gli Alternative Data, ovvero tutte quelle informazioni che si possono reperire sul Web e che gettano luce su aspetti quali la reputazione aziendale, la soddisfazione dei clienti, il rispetto o meno delle promesse in materia di tutela dell’ambiente e numerosi altri temi. 

Si chiamano “dati alternativi” perché vanno ad integrare i “dati ufficiali”, che sono quelli contenuti nei documenti pubblici, come possono essere per esempio i bilanci. Le due fonti non sono in concorrenza fra di loro. Esse si completano a vicenda e, se usate correttamente, possono scattare una fotografia molto nitida della solidità di un’azienda. Sia gli alternative data che gli official data vanno però letti correttamente. Solo un esperto analista può infatti elaborarli in modo da farli “parlare”. E questo vale soprattutto per i primi.

Come funzionano gli alternative data

Gli alternative data sono una sottocategoria dei cosiddetti Big Data, ovvero quell’enorme mole di dati prodotta da ogni attività digitale.  Il singolo dato grezzo non porta con sé nessun significato. Lo assume solo se aggregato in grandi cluster che, se correttamente “interrogati” dai data analyst, possono fornire risposte molto interessanti. 

Società come Google, Amazon e Facebook hanno costruito il proprio successo grazie all’analisi dei big data che raccolgono direttamente. Le aziende che si rivolgono a Google, per esempio, possono avere accesso diretto a clienti che molto probabilmente acquisteranno i loro prodotti perché esattamente profilati, oppure possono scoprire i trend in atto nel loro settore di attività per modulare l’offerta in modo da andare incontro alla reale domanda.

 

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Gli alternative data sono open e difficilmente manipolabili

Due caratteristiche che rendono preziosi gli alternative data sono il loro essere pubblici - sono semplicemente disponibili sul Web che è una fonte aperta - e poco manipolabili.

Infatti, esistono strategie per modificare la web reputation di un’azienda ma sono estremamente costose e raramente coronate dal successo. Come si suol dire il Web non dimentica e al crescere della mole di dati, cosa che avviene ogni giorno, diventa sempre più difficile imporre dall’alto una narrazione.

Lo stesso non succede per gli official data: i bilanci possono essere falsificati oppure nascondere bene gli aspetti negativi. Ed è proprio per questo motivo che è necessario rivolgersi ad analisti esperti come i professionisti di Innolva per non farsi trarre in inganno.

I vantaggi degli alternative data

Vediamo nel dettaglio quali vantaggi possono venire dall’utilizzo degli alternative data e di come possano integrarsi con gli offical data. 

Innanzitutto possono essere usati per confermare o smentire le dichiarazioni dell’azienda oggetto di analisi, siano esse contenute in documenti ufficiali o affermazioni sui media. Se per esempio dall’analisi dei bilanci emerge il quadro di una società in perfetta salute finanziaria, gli alternative data possono confermare o smentire questa situazione. Lamentele presenti sul Web come il ritardo nei pagamenti da parte di fornitori o dipendenti possono far suonare un campanello di allarme. Altri elementi scovati online possono viceversa rafforzare l’idea di solidità dell’azienda. 

Business information e alternative data dovrebbero sempre marciare di pari passo. 

Un altro caso esemplare riguarda la narrazione pubblica: se la società X vanta la sostenibilità del proprio business, le tracce lasciate sul Web possono togliere il velo da un’operazione di greenwashing.

 
 

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Alternative data e trend di mercato

Gli alternative data sono però molto utili anche nelle analisi di mercato.  Riescono a cogliere con grande precisione le esigenze dei consumatori e i driver che stanno dietro alle tendenze di mercato. Queste informazioni aiutano le aziende a delineare meglio la propria strategia aziendale e si rivelano molto utili anche nel monitoraggio del rischio.

Grazie ad essi, si possono infatti allentare le condizioni del credito per i settori in forte espansione e applicare criteri più stringenti a quelli che stanno andando incontro a una contrazione. Anche in questo caso le decisioni vanno prese integrando le indicazioni che arrivano dagli alternative data con quelle che si possono ricavare dai documenti ufficiali.

 
Innolva, il partner ideale per integrare gli alternative data

Gli alternative data sono dunque in grado di esprimere tutto il proprio potenziale solo se le informazioni qualitative che se ne ricavano sono integrate da quelle che vengono dalla più tradizionale business information. E in questo campo spicca l’offerta di Innolva, con soluzioni di business information e monitoraggio del rischio, passando per marketing e target analysis.

Gli strumenti sviluppati da Innolva consentono di valutare in anticipo i clienti, analizzare il mercato, conoscere i fornitori e ridurre i rischi. I clienti di Innolva possono usufruire di un monitoraggio continuo dei soggetti analizzati, con report facilmente leggibili che vengono aggiornati non appena emergono nuovi dati e informazioni.


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