La globalizzazione non è si è fermata, anche se ha cambiato connotati. Quanti profetizzavano una chiusura degli Stati nei rispettivi confini alla luce dell’esperienza pandemica sono stati smentiti. Nonostante ciò persistono ancora le strozzature di alcune filiere globali che stanno portando a un ripensamento dell’internazionalizzazione. Complice anche la necessità di fronteggiare i pericoli emergenti.
Evoluzione in atto nel quadro geopolitico
Gli ultimi dati sul commercio dell’Italia con il resto del mondo indicano che a settembre le vendite all’estero sono cresciute sia in valore (+21,6%), che in volume (+2,1%), con il progressivo a dodici mesi che segna la cifra record di 600 miliardi di euro. Le nostre imprese si mostrano sempre più capaci di valorizzare i propri prodotti su scala globale, grazie anche a una crescente presenza nei mercati di sbocco.
L’aggressione della Russia all’Ucraina “ha sollevato diversi interrogativi su dove si sta dirigendo l’economia globale”, ha sottolineato a più riprese la presidente della Bce, Christine Lagarde, per la quale oggi concetti come sicurezza e regionalizzazione stanno diventando prioritari rispetto a efficienza e globalizzazione. Il che significa che si accorciano le catene globali e diventa fondamentale produrre vicino ai luoghi di vendita (di fatti si parla spesso di reshoring e nearshoring). Il corso del lavoro rimane una variabile importante, ma va bilanciata con l’importanza di limitare i rischi di catene logistiche troppo estese, che rischiano di essere bloccate da incidenti lungo le vie di trasporto o da differenti politiche nazionali per la sicurezza (come i confinamenti decisi in Cina a ogni focolaio di Covid).
Una scelta delicata per le aziende
L’internazionalizzazione è un’opportunità da non sottovalutare, e in alcuni casi addirittura una necessità. Tuttavia, per avere le risorse necessarie a investire e quindi restare competitivi sul mercato, è pur vero che l’apertura ai mercati esteri rappresenta una scelta estremamente delicata per un’azienda di qualsiasi dimensione. Non si tratta solo di studiare i diversi Paesi per capire qual è il più interessante per i propri prodotti/servizi, ma anche di analizzare quali ostacoli possono emergere. Nella consapevolezza che le previsioni sono per loro natura imprecise, trattandosi di fare i conti con mercati poco conosciuti e spesso distanti non solo dal punto di vista geografico, ma anche culturale e di tutele legali.
I rischi e come gestirli
In genere si parte con uno studio approfondito sui trend di mercato e un’accurata analisi di settore, per poi procedere con un’analisi della situazione economica e patrimoniale dei clienti o dei partner sui quali si vuole puntare. In questo senso disporre di report dettagliati, costruiti da professionisti del settore e personalizzati in base alle esigenze della singola azienda, può fare la differenza. Questo vale sia per le schede Paese, sia invece se ci cercano analisi approfondite su singole imprese o persone fisiche con le quali avviare rapporti di business, sia in ottica di vendita, che di partnership (ad esempio accordi distributivi).
È fondamentale, inoltre, poter contare su analisi puntuali e costantemente aggiornate dei rischi, in modo da poter avere un controllo costante di ogni variazione ed eventuale negatività a carico di imprese, persone e immobili di proprietà.
Innolva, con oltre 30 anni di esperienza nei servizi di scoring e credit information, fornisce report accurati sulle aziende di oltre 200 Paesi esteri e offre soluzioni di data integration personalizzate per sostenere le imprese impegnate nello sviluppo verso i mercati esteri. Con il servizio di Business Information, la società integra i dati disponibili sulle fonti ufficiali, con valutazioni a cura di analisti esperti, i quali forniscono informazioni con giudizi dettagliati di rating e fido commerciale. I report di Innolva, elaborati con livelli diversi di approfondimento, sono in grado di assicurare un quadro completo su partner commerciali, clienti e fornitori, con la possibilità di essere costantemente sulle variazioni che intervengono sui soggetti analizzati. Alle informazioni commerciali online (valutazioni su struttura e governance aziendale, solidità economico-finanziaria, redditività e solvibilità), si affiancano quelle on demand (commenti esclusivi di un analista su gestione aziendale, posizionamento di mercato e abitudini di pagamento) e il servizio avanzato di early warning, che monitora il rischio di credito e le esposizioni creditizie, con possibilità di ricevere segnali di allerta per intervenire tempestivamente in caso di necessità.